Nel corso degli anni ho tenuto diversi corsi sulla Qualità, sulle norme (ISO 9001 principalmente) e sulle loro applicazioni nei Sistemi Qualità aziendali; ogni volta che ne preparo uno, ho ben chiaro cosa non voglio che accada nel tempo che passerò insieme ai miei corsisti: non voglio che si annoino e voglio sfatare quel mito che vede la Qualità come qualcosa di lontano dalla loro attività quotidiana, qualcosa di astratto e calato dall’alto, una serie di azioni e regole a cui attenersi solo per ottenere o confermare il “bollino” del certificato rilasciato dall’ente. Operare in Qualità implica l'essere attivi e non agenti passivi!
Oltre a trasmettere conoscenze specifiche, voglio che i miei corsisti comprendano quanto il loro lavoro quotidiano contribuisca a definire e a concretizzare la qualità dell’azienda, la realizzazione dei suoi obiettivi e di conseguenza la percezione di essa che ne hanno i clienti…e quindi indirettamente anche del loro operato!
Ma cos’è la Qualità? Il vocabolario la definisce come:
Qualsiasi caratteristica, proprietà o condizione di una persona o di una cosa che serva a determinarne la natura e a distinguerla dalle altre (Dizionario Garzanti)
E le norme la definiscono come:
Grado con cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfano i requisiti (Definizione ISO)
Entrambe le definizioni danno una sorta di canovaccio da seguire e le norme, nello specifico, essendo pensate per essere utilizzate da organizzazioni di qualsiasi dimensione o settore, non definiscono puntualmente quali siano le caratteristiche, le proprietà, le condizioni o i requisiti da rispettare ma stabiliscono principi generali base ai quali attenersi.
Questo fornisce un vantaggio notevole ad un’azienda: infatti fare/operare in qualità NON SIGNIFICA PERSEGUIRE UN CONCETTO DI PERFEZIONE in senso assoluto ma SIGNIFICA PIANIFICARE IN MODO ORGANICO AZIONI, OPERAZIONI E ATTIVITÀ CHE PERMETTANO DI REALIZZARE IN MODO EFFICIENTE E PROATTIVO GLI OBIETTIVI CHE L’AZIENDA SI È DATA e in base ad essi MISURARE E VERIFICARE COME E QUANTO SIANO STATI RAGGIUNTI (il grado). Da qui si deduce che ogni azienda realizza la PROPRIA qualità e questo le permetterà di ottenere quelli che sono i PROPRI migliori risultati ottimizzando al massimo le proprie risorse (umane ed economiche).
Lo stesso accade all’interno di un percorso di Counseling nel quale il cliente non è passivo, bensì è il protagonista attivo del lavoro svolto insieme al Counselor.
Come da Codice Deontologico A.N.Co.Re.:
Il Counseling Relazionale ANCoRe è un’attività professionale finalizzata al miglioramento del benessere relazionale delle persone e conseguentemente ad una loro più elevata qualità di vita. Il Counseling relazionale si esplica attraverso un rapporto interattivo fra Counselor e Cliente volto, attraverso appropriate conoscenze teoriche e metodologie olistiche, ad aiutare quest’ultimo a sviluppare la propria consapevolezza interpersonale e le risorse e abilità comunicativo-relazionali.
Obiettivo finale di un percorso di Counseling è il RAGGIUNGIMENTO DEL BENESSERE RELAZIONALE DEL CLIENTE, IL QUALE LO CONCRETIZZA SIA NELLA DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DEL PERCORSO CHE ANDRÀ A SVOLGERE CON IL COUNSELOR SIA NELLA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI INTERMEDI (CHE FUNGONO DA INDICATORI RISPETTO AI QUALI MISURARE E VERIFICARE L’ANDAMENTO DEL PERCORSO) E DELLE AZIONI DA ATTUARE PER RAGGIUNGERLI.
Da qui si deduce che ogni cliente persegue i propri obiettivi per arrivare ad ottenere una migliore qualità di vita e benessere mettendo in atto le proprie risorse e/o scoprendone di nuove.
Come ho potuto constatare nel corso degli anni e degli studi, Qualità Aziendale e Qualità Relazionale hanno molti punti in comune che, usando una metafora, si possono racchiudere come
un viaggio costituito da un insieme di passi da fare uno dietro l’altro secondo un ordine preciso avendo ben chiara la meta da raggiungere, l’obiettivo finale come anche quelli intermedi.
L’importante è stabilire il primo e decidere di farlo!
E tu? Sei pronto a fare il tuo primo passo?
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