Ricucire la fiducia: quando le relazioni si spezzano

 

Anche oggi arrivo a solleticarti con una delle mie domande: ti è mai capitato di mettere in discussione qualcuno che prima consideravi vicino?

Basta poco, a volte. Una promessa non mantenuta. Una parola non detta. Un silenzio che pesa più di mille parole.

La fiducia è un tessuto prezioso e delicato: si costruisce lentamente, ma basta che si impigli in una piccola scheggia in una sedia per farla strappare.

E quando si rompe, ci si trova di fronte a una domanda difficile: è possibile ricucirla?

 

Cosa mina la fiducia nelle relazioni

Coerenza, chiarezza e accoglienza reciproca sono tra gli ingredienti fondamentali che la compongono. Ma anche le relazioni più solide possono vacillare di fronte a determinati comportamenti o vissuti:

  • Mancanza di coerenza tra parole e azioni: quando ciò che diciamo non corrisponde a ciò che facciamo, si crea confusione. La coerenza è rassicurante e offre continuità. Se viene a mancare, la diffidenza prende piede.
  • Comunicazione che diventa ambigua o poco chiara: Omissioni, mezze verità, vaghezza… Tutto questo mina il senso di sicurezza. Quando l’altro non riesce più a capire le nostre intenzioni, inizia a sentirsi insicuro nella relazione.
  • Esperienze negative e pregiudizi: a volte, la fiducia viene incrinata non solo da ciò che l’altro fa, ma anche da ciò che noi temiamo. Ferite passate, delusioni non elaborate e insicurezze profonde possono renderci diffidenti anche nei confronti di chi non ha fatto nulla per meritare quella distanza.

Tutto ciò può portare ad uno strappo nella fiducia che riponiamo in chi abbiamo di fronte.

Quando la fiducia viene meno, qualcosa di profondo cambia.

Non è solo un problema da risolvere, ma una frattura che tocca l’identità della relazione: posso ancora sentirmi al sicuro con te? Posso ancora fidarmi, appoggiarmi, credere nelle tue parole, nei tuoi silenzi, nella tua presenza? Chi ha subito la rottura può sentirsi tradito, deluso e destabilizzato.

Chi ha contribuito a crearla — sia consapevolmente che inconsapevolmente — può sentirsi sopraffatto da sensi di colpa, vergogna o addirittura resistenza nel riconoscere l'effetto che ha avuto sull'altra persona.

 

E questo porta ad una chiusura e, spesso anche ad un allontanamento. Ma allora è possibile ricostruire, ricucire la fiducia? Certamente ed è un processo che richiede tempo. Ma prima ancora, richiede SCELTA: la scelta di restare, di tentare, di riaprire uno spazio di ascolto reciproco.

 

Non esistono formule magiche. Esistono azioni che possono essere fatte da entrambe le parti, gesti che parlano anche quando le parole non sono più sufficienti:

  • Assumersi la responsabilità: riconoscere ciò che è accaduto, senza minimizzare né giustificarsi è un primo passo essenziale per ristabilire credibilità.
  • Chiedere scusa in modo autentico: accompagnare alle parole presenza, consapevolezza, volontà di riparare si rinforza e si dà maggiore credibilità a ciò che si è detto. Una scusa che nasce dal cuore non cancella ciò che è successo, può però alleviare e aprire nuove possibilità.
  • Ripartire da piccoli atti coerenti: come è stata costruita con dedizione, calma, pazienza e piccoli passi, allo stesso modo non può essere ricostruita improvvisamente con gesti eclatanti o grandi. Azioni che riflettono ciò che si dice, gesti quotidiani che fanno sentire l'altro visto, accolto e rispettato possono riparare la frattura che si è creata.
  • Dare tempo, accettare il ritmo dell’altro: è forse il passo più difficile da fare. Bisogna però ricordarsi che non tutti abbiamo le stesse tempistiche o modalità di risposta a ciò che ci accade. Ricostruire richiede pazienza. Chi si sente ferito ha diritto di ritrovare sicurezza a piccoli passi.

 

Nel counseling, ricostruire la fiducia è parte del processo

Nel percorso di counseling, la fiducia non si dà per scontata. Si costruisce nel tempo, passo dopo passo, nella relazione tra counselor e cliente.
È un mix di ascolto profondo, presenza senza giudizio e coerenza tra le parole e le azioni.

Tuttavia, anche in questo ambiente sicuro, possono sorgere delle crepe: una parola fraintesa, un silenzio che sembra allontanare, o una risonanza che riporta a una ferita passata.

Ma quando ciò accade, non è un fallimento.

È un'opportunità.

È un momento per affrontare il disagio con rispetto, per dargli un nome, accogliendo così anche queste difficoltà come parte del percorso. È proprio in questi frangenti che la relazione fa un passo in più: quando si attraversa insieme una crepa e si scopre che non tutto si rompe per sempre. Alcune cose, se osservate con sincerità, possono trasformarsi.

Il counseling relazionale offre proprio questo: uno spazio in cui sperimentare una fiducia diversa, non ideale ma possibile. Una fiducia fatta anche di momenti imperfetti, di riparazioni, di scelte consapevoli.

 

Nel lavoro, la fiducia si costruisce (e si ricostruisce) ogni giorno

Anche nei contesti professionali la fiducia è la base di ogni relazione efficace: nei team, nella leadership, nel rapporto con i clienti.
E anche lì può incrinarsi, spesso in modo sottile: una promessa non mantenuta, una comunicazione poco chiara, un errore non riconosciuto.

Quando si verificano queste situazioni, spesso si tende a “tirare avanti” per non rallentare. Tuttavia, una fiducia compromessa non svanisce: si accumula, crea distanza, riduce la motivazione e intacca la comunicazione.

Ricostruirla richiede coraggio gestionale e intelligenza relazionale:

  • Per chi guida un gruppo, significa essere pronti ad ammettere un errore, a chiedere feedback, a dimostrare con coerenza che si può cambiare direzione.
  • Per chi lavora in squadra, significa riportare l’attenzione sulle relazioni, non solo sui risultati: ascoltare, chiarire, riconoscere il valore dell’altro.
  • Per tutti, significa ricordare che non si lavora bene dove non ci si fida.

LA CULTURA DELLA QUALITÀ, INTESA NON SOLO COME METODO MA COME CURA DELLA RELAZIONE, È IL TERRENO PIÙ FERTILE PER RICOSTRUIRE FIDUCIA ANCHE DOPO UNA ROTTURA.
E questo vale tanto nei gruppi quanto nelle relazioni uno a uno.

 

Fidarsi di nuovo è una scelta. E anche un atto di coraggio.

Ritrovare la fiducia non significa dimenticare.
Significa scegliere di aprirsi di nuovo, con consapevolezza e misura.
Significa esporsi ancora una volta, ma con radici più forti, con confini più chiari e una nuova qualità nello scambio.

La fiducia, quando viene ricostruita, è diversa.
Non è più ingenua. Ma è più profonda.
Più vera.

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